Archivi categoria: Metodologia

Door to balloon time, mortalità e paradosso di Will Rogers

 

Due recenti studi, sul registro nazionale USA dell’infarto miocardico, hanno rilevato una discrepanza tra: la riduzione del tempo di intervento, raggiunta con la promozione di specifiche iniziative, e la mancata riduzione della mortalità.

Entrambi gli studi hanno proposto diverse interpretazioni per l’inatteso risultato sulla mortalità.

Una possibile ulteriore spiegazione è costituita dal paradosso di Will Rogers, già descritto in oncologia per spiegare gli esiti imprevisti dell’adozione di nuovi criteri di classificazione .

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Valutazione dei test diagnostici

Il test perfetto non esiste: ogni test positivo ha una quota di falsi positivi e viceversa ogni test negativo ha una quota di falsi negativi.

La corretta valutazione di un test medico comporta la conoscenza dei suoi limiti, espressa da  indici come specificità, sensibilità, valore predittivo, applicati al contesto clinico (Bayes).

Un problema molto attuale,  quantitativamente rilevante nella medicina moderna,  è la diffusa propensione, per vari motivi, verso un’eccesso di esami, over testing, seguito da un eccesso diagnostico, over diagnosis  e dal  conseguente eccesso di trattamento, over treatment. 

Alcuni  concetti base sui limiti dei test, sono riassunti in queste  note:

test evaluation

Sp

Campagna ANMCO:

5 cose ANMCO

position paper ANMCO 2014 

Slow med 1

Choosing Wisely: five top list SCAI

 

Caratteristiche operative dei test diagnostici

Riferimenti bibliografici

Foglio di calcolo

Digressione

La sensitivity analysis ed il mortaio In un critico editoriale del 2008, intitolato “ Lies, Dammned lies and Statistics” , Anthony De Maria, direttore del famoso Journal of American College of Cardiology, dal 2002 fino all’avvicendamento con Valentin Fuster di alcuni … Continua a leggere

L’intramontabile mito della “p” nell’interpretazione dei trial clinici.

oltre la significatività statistica

Uno studio clinico può dare un risultato statisticamente significativo ma clinicamente irrilevante.

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L’interpretazione di uno studio clinico è tradizionalmente legata al riscontro della significatività statistica,  riguardo ad una differenza rilevata tra i gruppi in confronto.
La significatività viene espressa con il valore della

“ 

simbolo che indica una probabilità.

La soglia, generalmente accettata per convenzione, è un valore uguale, o meglio inferiore, al 5% cioè 0.05
Il valore della “p” si riferisce alla probabilità di ottenere casualmente la differenza osservata per un errore di campionamento, nell’ipotesi che invece non ci sia alcuna differenza reale tra i gruppi valutati.

Purtroppo il significato della “p”, nonostante il suo largo impiego in ambito scientifico, risulta piuttosto involuto e non è così facilmente comprensibile ai non addetti ai lavori.

In pratica la probabilità che il risultato dello studio possa essere un falso positivo, deve essere inferiore al 5%, o in altri termini , la specificità  deve essere superiore al 95%.

Di fatto quindi il concetto di significatività statistica è basato sulla specificità, probabilità di un errore di falsi positivi, ma non da alcuna informazione sul valore predittivo ottenuto con la sperimentazione, cioè il valore aggiuntivo dell’informazione fornita dallo studio, rispetto alle condizioni di partenza.

L’aspetto riduttivo di una interpretazione basata sull’indicazione dell’errore, è stato evidenziato ormai da almeno quindici anni, da diversi autori, senza però riuscire ad offuscare l’intramontabile mito della “p”.
La critica metodologica riportata si basa sull’ analisi Bayesiana, contrapposta a quella tuttora prevalente, cosiddetta “frequentista”, fondata sui test di ipotesi, valore della p, limiti di confidenza.
Attualmente, dopo i lavori di Diamond, Kaul, Goodman, Altman, Ioannidis, sono in continuo aumento le analisi che valutano l’utilità di uno studio, indicando  il valore informativo aggiunto.

L’effettivo impatto clinico di uno studio dovrebbe essere interpretato non solo in base ai suoi limiti, espressi in termini di significatività statistica, cioè la probabilità di errore di falso positivo, ma soprattutto in base al valore informativo che è in grado di produrre ed alla misura del cosiddetto “effect size“, cioè l’entità del vantaggio ottenuto, che permette di valutare la significatività clinica.

vedi anche:

tabelle trial clinici cardiologici

Sensibilità, Specificità, Valore Predittivo

Evidence Based Medicine

Sono così evidenti le indicazioni della Evidence Based Medicine ?

In realtà no, solo il 10% delle indicazioni delle attuali linee guida cardiovascolari ha un livello di evidenza A.

Sono in corso diverse iniziative critiche per una revisione delle metodologie finora usate nella stesura delle linee guida:

Evidence Based Medicine

Metodologia

La Medicina non è una scienza esatta, nonostante le fiduciose aspettative nei notevoli progressi raggiunti in questo campo.

Metodologia

L’errore nei test diagnostici

Tabelle ed informazioni sui principali termini che riguardano i test diagnostici:

  • specifità

  • sensibilità

  • valore predittivo

L’errore nei test diagnostici

Digressione

Achille e la tartaruga  Il paradosso di Zenone, rivisitato seguendo l’ispirazione di illustri precedenti,  Lewis Carroll, Borges, Hoffstadter. Il discorso tra Achille e la Tartaruga a proposito di studi clinici, metanalisi, ed Evidence Based Medicine. Dialettica fra il punto di … Continua a leggere

Digressione

Knock o il trionfo della medicina Commedia parigina del 1923