La Medicina non è una scienza esatta, nonostante le fiduciose aspettative nei notevoli progressi raggiunti in questo campo.
L’attuale modello metodologico di riferimento è quello probabilistico, che ha ormai sostituito quello deterministico, in uso nel recente passato.
Le previsioni mediche nei singoli casi, possono solo essere espresse in base alla valutazione dei rischi.
Non è infatti possibile una previsione lineare nel singolo individuo, sulla base delle condizioni fisiopatologiche note in partenza, ad esempio sviluppo ed evoluzione di una patologia o gli effetti di un trattamento.
Nonostante le attuali sofisticate tecnologie, il livello di conoscenza e le esperienze accumulate, non è infatti possibile prevedere un infarto miocardico, come del resto non è possibile prevedere un terremoto, un eruzione vulcanica od un crollo di borsa.
Nel modello deterministico, di cui possiamo ancora trovare ampie tracce nella mentalità comune, era invece possibile una fiduciosa previsione degli eventi, sulla base delle condizioni note di partenza, secondo uno sviluppo lineare, dettato da regole apparentemente precise.
Senza necessità di ricorrere alla teoria del caos, che nella seconda metà del secolo scorso ha contribuito alla crisi del metodo deterministico, la semplice considerazione della complessità delle situazioni da fronteggiare quotidianamente, evidenzia il grado di incertezza da risolvere.
Il necessario confronto con l’incertezza, che caratterizza le situazioni reali, richiede in concreto un metodo di quantificazione di questa incertezza, metodo che si fonda sull’analisi di probabilità e sulla stima del rischio.
Dalla metodologia usata dipendono i risultati delle sperimentazioni cliniche su cui si basano le linee guida.
La conoscenza critica della metodologia permette una comprensione dei meccanismi che regolano i processi decisionali.
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