Oltre il colesterolo

Qual’è l’eventuale rischio aggiuntivo per una persona con patologia ostruttiva vascolare: coronarica, cerebrale o periferica, ed una colesterolemia normale?

Per paradosso il rischio è di non ricevere un trattamento adeguato con statine ad alta intensità e di perdere così i benefici dimostrati dal trattamento farmacologico più efficace attualmente disponibile.

Le statine sono principalmente conosciute per il loro effetto ipolipemizzante; in assenza di una dislipidemia, l’indicazione alla somministrazione di statine può quindi essere messa in dubbio.

I dati disponibili evidenziano invece un beneficio netto delle statine, anche in assenza di dislipidemia, probabilmente dovuto a multipli effetti non lipidici, cosiddetti pleiotropici.

Pleiotropic

Gli effetti non lipidici ipotizzati riguardano l’inibizione rapida della sintesi proteica di isoprenoidi, soprattutto a livello delle cellule vascolari, nelle sindromi coronariche acute;

pleiotropic vasc

il risultato è un’azione antinfiammatoria, antitrombotica e sulla funzione endoteliale; questi meccanismi non sono ancora stati sufficientemente valutati ma rappresentano comunque una valida ipotesi per spiegare gli evidenti risultati ottenuti indipendentemente dalla riduzione lipidica raggiunta con le statine.

non lip schema

L’interesse per il colesterolo è cominciato dopo i risultati dei primi grandi studi epidemiologici sulle malattie cardiovascolari iniziati negli anni 50, in particolare:

  • Framingham Heart Study iniziato nel 47 dal NIH su circa 5000 pz; attualmente ancora in corso, è  arrivato alla terza generazione della popolazione di partenza. Innumerevoli sono i lavori pubblicati.

  • Seven Countries Study ideato da Ancel Keys, noto come “mister colesterolo”, inventore della dieta mediterranea, uomo dell’anno 1961 per la rivista Time. Lo studio ha arruolato circa 12 000 uomini in sette diversi paesi,  per un confronto tra i diversi fattori di rischio in residenti del nord Europa, Stati Uniti, Giappone e bacino del mediterraneo.

Ancel Keys

Questi primi studi hanno evidenziato un associazione tra colesterolemia ed insorgenza di malattie cardiovascolari.

La focalizzazione sulla colesterolemia ha portato ad usarla come obiettivo intermedio, cosiddetto surrogato, per valutare l’efficacia dei trattamenti farmacologici, ma l’obiettivo principale rimane la riduzione del rischio di eventi sfavorevoli. Tale riduzione è stata finora dimostrata solo con le statine e non con altri farmaci.

In questo senso le indicazioni delle nuove linee guida americane  del 2013, propongono una semplificazione delle procedure: iniziare il trattamento con statine ad alta intensità:

  • in chi ha già avuto eventi vascolari
  • nelle dislipidemie familiari
  • nel diabete
  • in prevenzione primaria per chi supera una soglia di rischio.

Iniziato il trattamento, non occorre preoccuparsi troppo dei valori di colesterolemia.

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